Chi l’avrebbe mai detto: un anno fa a quest’ora nessuno, ma proprio nessuno, a Siviglia immaginava che dopo dodici mesi la squadra biancorossa avrebbe scritto per la terza volta il suo nome nell’albo d’oro dell’Europa League (quarta formazione della storia a fare tris dopo Liverpool, Juve e Inter). E non perché da quelle parti non esistesse anche un solo tifoso estremamente ottimista, ma perché di fatto i rojiblancos l’anno scorso chiusero la Liga al nono posto, da cui l’impossibilità a competere in Europa League; a giugno però è accaduto l’imponderabile, come avevamo tra l’altro scritto su queste pagine: il Malaga sesto in classifica viene estromesso dalle competizioni continentali per il mancato rispetto del fair-play finanziario, dovrebbe sostituirlo il Rayo Vallecano ottavo ma non ottiene la licenza Uefa, così a sorpresa la squadra di Unay Emery si ritrova a dover impostare la propria stagione per giocare sin dal 1° agosto, giorno della gara d’andata del terzo turno eliminatorio di Europa League.
La notizia non aveva fatto fare salti di gioia ai giocatori, più contenti erano i tifosi, così il Siviglia pur con un pizzico di fastidio è sceso in campo per la prima partita ufficiale nel pieno dell’estate andalusa battendo 3-0 i malcapitati montenegrini del Mladost Podgorica con gol di Bacca, Perotti e Carriço (sì, proprio lui, il portoghese che ieri ha baciato Rakitic); 6-1 al ritorno e pratica chiusa, così come senza troppe difficoltà ha superato i play-off contro lo Slask Wroclaw, anche i polacchi hanno subito un inequivocabile 9-1 nel computo della doppia sfida. Finalmente i gironi, con passaggio del turno dopo il primo posto nel raggruppamento H con Friburgo, Sloven Liberec e Estoril, cavalcata continuata poi con incredibili emozioni nella fase ad eliminazione diretta: tutto sommato avanzamento facile contro il Maribor, ottavi thriller contro i cugini del Betis rimontando uno 0-2 dell’andata e vincendo poi ai rigori, rimonta anche col Porto ai quarti, in semifinale il Valencia superato all’ultimo secondo con M’bia, quindi l’atto finale di ieri col trionfo ai rigori contro il Benfica.
Per aggiudicarsi questa Europa League il Siviglia ha dunque dovuto disputare la bellezza di 19 partite, probabilmente un record, praticamente un intero girone di andata di campionato: in totale ha segnato 40 gol, subendone 16, numeri che consegnano al club del presidente José Castro Carmona (che a dicembre aveva rilevato lo storico patron Del Nido) un meritato successo, più di quanto non lo avrebbero sudato squadre come Benfica e Juve in fondo retrocesse dalla Champions League. Insomma, il Siviglia ha vinto un trofeo in cui ha dato tutto fin dall’estate scorsa e solo per questo gli vanno fatti i più sentiti complimenti, resta però il fatto che a questa competizione non doveva parteciparvi: i dissesti finanziari del Malaga e lo stadio non a norma del Rayo hanno consegnato al club andaluso un successo in qualche misura storico.
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